giovedì 25 agosto 2011

Carnotaurus by Safari ltd, Carnegie Collection 2011

Il Carnotaurus in questi ultimi anni è riuscito a ritagliarsi un suo ruolo nell’olimpo dei dinosauri famosi; è apparso nel romanzo de “Il Mondo Perduto”, seguito di Jurassic Park, dove aveva caratteristiche camaleontiche. Poi ha fatto la parte del cattivone in “Dinosauri” della Disney e a Ottobre si prepara a essere uno dei dinosauri più pericolosi di “Terranova”. Purtroppo in queste sue apparizioni pubbliche non sempre è stato riprodotto in maniera accurata (anche in Terranova sembra rinnovata questa tradizione) e in molti casi è bastato mettere due corna sulla testa di un teropode generico per affibbiargli il nome di “Carnotaurus”.

Carnotaurus della Toyway. Santo cielo, no!

Fortunatamente quest’anno la Safari ltd rende giustizia a questo magnifico dinosauro cornuto, introducendo questo modello in scala 1/30 nella sua “Carnegie Collection”, andando a sostituire il vecchio in scala 1/40 che era abbastanza bruttino.

Il vecchio modello della Carnegie Collection. Qua la mano, amico!
A me sono sempre piaciute le cose grandi (senza doppi sensi sporcaccioni!) e vedere che si è passati da una misera 1/40 a una ben più sostanziosa scala 1/30 non può che farmi piacere. Certo ad alcuni collezionisti darà fastidio non potere avere questo nuovo pezzo in scala con quelli precedenti, ma la qualità dei dettagli è sicuramente migliore in un modellino più grande.

Cosa ci sarà da guardare lassù?
Quando mi capita di vedere un Carnotaurus (avanti, a chi non capita?) due cose attraggono subito la mia attenzione: la testa e le braccia. E la mia conoscenza paleo-nerd vuole che la prima sia corta e con le corna sopra gli occhi e che le seconde siano minuscole, senza articolazioni, con dita senza nemmeno artigli. E questo Carnotaurus della Safari ltd, riveduto e corretto incontra le mie esigenze: la testa si trova in cima a un lungo collo muscolo ed è delle giuste proporzioni. Lateralmente è compressa e gli occhi sono rivolti in avanti, cosa che suggerisce che in vita il Carnotaurus avesse la vista binoculare e percepisse la profondità.  Le corna sono proprio sopra gli occhi e sono rivolte verso l’esterno; gli occhi sono piccoli e coloro oro e il muso è colorato di rosso, come per attirare l’attenzione proprio sulla testa, tratto caratteristico di questa bestia.  Le braccia sono ridicolmente minuscole. Il Carnotaurus ha ridotto al minimo la grandezza delle braccia rispetto al corpo, e persino il T. rex potrebbe vantarsi delle proprie. Nel modello sono dritte, adese ai fianchi e terminano con quattro piccole dita senza artigli. Le zampe posteriori invece sono lunghe e muscolose, e terminano con le classiche tre dita a terra.

Che bel faccino!
Un’altra caratteristica del Carnotaurus è la pelle. Infatti, sono state ritrovate impressioni di pelle insieme con uno scheletro che mostrano che il Carnotaurus aveva una pelle rugosa e con dei piccoli rilievi a forma di cono che diventavano più grandi verso la colonna vertebrale. E la ricostruzione della Safari ltd riproduce in maniera corretta e dettagliata la pellaccia dell’animale, segno che Forest Rogers, che ha scolpito il modello, ha fatto le sue ricerche.

Braccine corte, eh?! Notare i particolari della pelle.
La colorazione è abbastanza semplice ma risulta d’effetto. Oltre al già citato muso rosso, il colore base è un grigio-beige che diventa color oro e arancione sui fianchi e si mescola bene con il marrone scuro della schiena.
La postura è abbastanza statica e siamo alla presenza del solito “tripode”: per mantenere l’equilibrio il modellino usa la coda. Mi sarebbe piaciuto di più che riuscisse a stare in piedi senza aiuti, ma dovendo poi stare sulla mia mensola voglio che sia stabile e non rischi di cadere facendo danni, quindi alla fine non mi lamento di certo.
Quest’anno ritengo che la Safari ltd abbia sfornato la migliore riproduzione di Carnotaurus presente sul mercato (oltre a quella della Sideshow che ha un prezzo esorbitante per la maggior parte di noi) e nessun Paleo-nerd che si rispetti può permettersi di farla mancare nella propria collezione.

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