domenica 10 febbraio 2013

Guest post: Ouranosaurus by Geoworld, Jurassic Hunters 2010

Questo post è stato scritto da Filippo Bertozzo, naturalista specializzato in paleontologia con la passione per i dinosauri ornitischi.


L'Ouranosaurus è ben noto agli appassionati di paleontologia in Italia. Tutti avranno visto/sentito parlare dell'esemplare esposto al museo di Venezia, un bellissimo scheletro quasi completo montato in una sala che ricrea le dune del deserto della sua terra di provenienza, il Niger.
I resti di quest’animale furono ritrovati tra gli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso da spedizioni francesi e italo-francesi, i quali ci rendono l'immagine di un peculiare iguanodonte caratterizzato da alte apofisi neurali nelle vertebre dorsali, ricordando ai più uno Spinosaurus.



La Geoworld ci propone uno dei pochissimi modelli di questo dinosauro nella sua serie Jurassic Hunters (statuine statiche), lungo 17 cm e alto (cioè, fino al punto più elevato della "vela") quasi 8 cm.
E' un modello discreto: le proporzioni rispetto all'animale originale sono rispettate (tranne che per gli arti anteriori, dovrebbero essere più corti), la lunghezza dei tre "segmenti" (collo - tronco - coda) è mantenuta.
Gli arti anteriori potevano essere curati meglio, ma credo che, accorciandoli, ci sarebbero stati problemi di stabilità. Le mani sono molto abbozzate, e sono gli elementi che più mi hanno deluso. Manca il "pollicione" appuntito tipico della famiglia, rappresentato uguale come nelle altre dita (in questa specie è poco sviluppato, ma comunque è presente). La mano destra appoggia sul terreno con il palmo, quando dovrebbe stare sulle punte del secondo, terzo e quarto dito (il primo e il quinto non partecipano), a formare una mezzaluna, visibilmente non presente nel modello.



La testa è anch'essa molto abbozzata: mancano le due protuberanze poste davanti agli occhi, mentre il profilo generale della testa vista da sopra è lineare, quasi cilindrico, mentre nell'animale originale era più allargato nella zona posteriore del cranio, per poi restringersi nel nasale e successivamente riallargarsi con il classico "becco ad anatra".
Da notare però il tentativo encomiabile di rappresentare i denti, posizionati, giustamente, dietro il "becco".


Una piccola parentesi per la "vela". Le apofisi neurali sono troppo fini, sembrano quelle di un Dimetrodon! In realtà, queste ossa nell'animale erano molto larghe, simile più a quelle di un bisonte. Su questa differenza morfologica si basa il diverbio "vela/gobba", dove è più ipotizzabile la presenza di una gobba. Nel modello invece si sposa l'ipotesi della vela, essendo qui spessa meno di mezzo cm.
In Ouranosaurus questa gobba si eleva gradualmente dall'inizio del collo (nella prima vertebra dorsale la spina è relativamente corta, poi nelle successive va via via allungandosi), raggiunge la massima altezza circa a metà del dorso per poi abbassarsi drasticamente sopra il bacino e rialzarsi leggermente all'inizio della coda (corrispondente alla prima vertebra caudale). Nel modello quest’andamento è rispettato tranne che per la zona del bacino, dove l'accorciamento delle spine neurali inizia più caudalmente.


La texture della pelle è ben fatta, ricoprendo tutta la superficie dalla testa fino alla punta della coda.
La colorazione è giallo-arancione con leggere macchie verdi spento sui fianchi e sugli arti, mentre nella vela, dal basso verso l'alto, si ha un passaggio marrone-arancio-nero-rosso, una livrea che richiama nell'insieme la zona desertica dove è stato ritrovato. Personalmente gli avrei dato colori più verso il verde acceso, dato che probabilmente ai suoi tempi il deserto non c'era. Il muso passa gradualmente da un giallo posteriore fino a un nero anteriore posto sul becco.

Nell'insieme è un modello accettabile, dato anche il basso prezzo e i pochi "avversari" nel mercato, essendo questa specie (stranamente, a mio avviso) poco rappresentata.

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